venerdì,  8 aprile 2022

La Quadreria del Castello

A Bologna, dal 6 aprile al 24 luglio 2022, quattro secoli di pittura emiliana nella Collezione di Michelangelo Poletti

E' un excursus sulla pittura emiliana dalla fine del ‘400 sino al primo ‘800 quello che propone la mostra in corso fino al 24 luglio a palazzo Fava. Si tratta di 85 opere mai esposte prima d’ora, appartenenti alla collezione formatasi negli ultimi trent’anni grazie alla passione di un imprenditore sensibile alle ragioni della cultura, Michelangelo Poletti, e di norma ospitata nella propria dimora, il suggestivo Castello di San Martino in Soverzano, località della pianura Bolognese. 

La selezione operata dal curatore Angelo Mazza offre una documentazione rappresentativa della “Pinacoteca Poletti”, raccolta che comprende la più cospicua e significativa collezione di pittura emiliana in mani private

Il percorso espositivo si articola in 6 sezioni.

L’esposizione mette da subito in evidenza le relazioni e connessioni tra i dipinti e la storia di committenza del luogo che le ospita, Palazzo Fava. La prima sezione, ambientata nella Sala del mito di Giasone e Medea, affrescata da Ludovico, Agostino e Annibale Carracci, si intitola “I pittori di Palazzo Fava. Pasinelli, Creti, Graziani, Milani” e presenta capolavori di Lorenzo Pasinelli, Donato Creti, Ercole Graziani e Aureliano Milani, artisti che proprio a Palazzo Fava si sono formati. 

Il genio femminile. Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani, Lucia Casalini” è la seconda sezione con le donne artiste che hanno dato un contributo fondamentale alla storia figurativa di Bologna.

Nella Sala dell’Eneide di Ludovico Carracci si trova la terza sezione “Rinascimento e anticlassicismo tra Romagna e centri padani dal “Maestro dei Baldraccani” a “Girolamo Genga e Garofalo”. Di questa sezione fa parte la grande tavola con la Madonna e il Bambino coi santi Pietro, Paolo, Francesco d’Assisi e Antonio da Padova, capolavoro della personalità ricostruita da Federico Zeri convenzionalmente denominata “Maestro dei Baldraccani, attiva a Forlì alla fine del sec. XV. 

La quarta sezione si intitola “Protagonisti del secondo Cinquecento a Bologna. Tra Maniera e Controriforma”. Il secondo Cinquecento bolognese è illustrato da artisti di apertura internazionale quali Giovanni Battista Ramenghi detto Bagnacavallo junior con una Sacra Famiglia, San Giovannino e Santa Caterina d’Alessandria, Prospero Fontana con il Ritratto del giureconsulto Floriano Moratti, Bartolomeo Passerotti con il Ritratto di Rodolfo Bonfiglioli, Camillo Procaccini con una giovanile Testa di carattere e con un Sacrificio di Isacco del periodo milanese, Denys Calvaert - pittore di Anversa stabilitosi a Bologna - con un San Giovanni evangelista e un rametto con la Sacra Famiglia e San Giovannino - e Bartolomeo Cesi con il grande quadro Annibale fanciullo giura odio eterno contro i Romani, capolavoro della sua produzione di soggetto profano.

La quinta sezione propone un  “Itinerario nel Seicento. Quadri da stanza, nel segno di «Felsina pittrice»”, che delinea un itinerario che congiunge due opere fondamentali di Giovanni Andrea Donducci detto il Mastelletta alle opere di maestri usciti dalla bottega di Guido Reni come Giovanni Andrea Sirani, con le tele del San Girolamo penitente e della Carità romana, e il ribelle Simone Cantarini, con un impressionante Filosofo con il compasso.

L’ultima sezione si intitola “Maestri e allievi nel Settecento. I pittori dell’Accademia Clementina”, nella Sala dell’Eneide degli allievi di Ludovico Carracci. La vivacità del barocchetto bolognese, sotto il segno dell’Accademia Clementina, trova espressione in opere di artisti quali Francesco Monti, Giuseppe Marchesi detto il Sansone, Nicola Bertuzzi e Giuseppe Varotti, per concludersi nella seconda metà del secolo con opere di due protagonisti della scena artistica cittadina, i fratelli Ubaldo e Gaetano Gandolfi, il primo con una testa di carattere del 1776, l’altro con Dalila che consegna a un filisteo la chioma di Sansone.

Chiude il percorso  la sezione “Tra Sette e Ottocento. Due dipinti emblematici”: vengono presentati il modelletto di Pelagio Palagi con Isabella d’Aragona chiede protezione a Carlo VIII in visita al duca morente, legato alla grande tela ora nel Museo civico di Lodi con la quale l’artista prese parte all’esposizione di Brera nel 1822 e un dipinto di Jacopo Alessandro Calvi, San Francesco implora la protezione della Madonna sui pellegrini. Quest’ultima opera è stata donata in occasione della mostra da Michelangelo Poletti alla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna. Il dipinto, acquisito lo scorso anno in un'asta viennese, costituisce il modello preparatorio per una grande tela destinata alla chiesa della compagnia bolognese di Santa Maria delle Laudi, ora nella chiesa di Santa Maria della Vita di Bologna.

Tutte le informazioni per organizzare la visita sono sul sito: 
https://genusbononiae.it/mostre/la-quadreria-del-castello/

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