martedì,  31 maggio 2022

Girolamo da Carpi, ritorno a Ferrara

In occasione dell’acquisizione della "Sacra Famiglia" di Girolamo da Carpi, la Pinacoteca Nazionale di Ferrara ospita una mostra di cinque dipinti che riassumono l’attività dell’artista ferrarese nel corso degli anni Trenta del Cinquecento

In occasione dell’acquisto da parte del Ministero della Cultura del dipinto raffigurante la Sacra Famiglia di Girolamo da Carpi, la Pinacoteca Nazionale di Ferrara ospita fino al 25 settembre 2022 una mostra di cinque dipinti, a cura di Alessandra Pattanaro e Marcello Toffanello, che riassumono l’attività dell’artista ferrarese nel corso degli anni Trenta del Cinquecento: dalla pittura devozionale di piccolo formato alla pala d’altare, dalla decorazione ad affresco al ritratto.

La nuova importantissima acquisizione della Sacra Famiglia, eseguita dopo i primi viaggi a Roma e forse ancora durante il suo soggiorno bolognese, permette alla Pinacoteca Nazionale di Ferrara di esporre un’opera pienamente rappresentativa dell’attività di Girolamo da Carpi. Si tratta infatti di un periodo cruciale per l’artista ferrarese, che grazie alle suggestioni ricevute nelle due maggiori città dello Stato pontificio raggiunge la maturità espressiva.  La mostra raccoglie altri quattro dipinti eseguiti in questo stesso periodo (1530-1537 ca.), al termine del quale Girolamo è richiamato a Ferrara dal nuovo duca Ercole II d’Este (1534-1559). Si tratta dunque di un duplice “ritorno in patria”: dell’artista in passato e di una sua opera oggi, fra le tante che hanno lasciato la città e l’Italia nei secoli.

Le opere in mostra

Nella Sacra Famiglia la formazione dossesca di Girolamo, evidente nella rappresentazione del paesaggio, riemerge assieme a nuove suggestioni da Giulio Romano. La figura semisdraiata della Vergine riprende una scultura romana che a metà del Cinquecento si trovava a Villa d’Este a Tivoli, ma già nota a Raffaello e alla sua scuola nei primi decenni del secolo. In mostra anche San Girolamo nel deserto proveniente dalla chiesa di San Paolo a Ferrara, eseguito attorno al 1532-34 per la cappella Fabiani, certamente la più significativa fra le rare opere di Girolamo da Carpi rimaste in città. L’aspetto possente della figura, la torsione del busto e la posa a gambe accavallate derivano dallo studio delle sculture antiche e delle opere di Michelangelo e Raffaello viste a Roma. Vi è però ancora forte anche il ricordo delle pale d’altare realizzate da Parmigianino per le chiese bolognesi.

Come ritratto aristocratico la rassegna espone il Ritratto di gentiluomo con berretto della Galleria Estense di Modena, rappresentativo di un genere nel quale il Carpi raggiunse un’eccellenza riconosciuta a Bologna nel clima internazionale entro cui avvennero i due incontri fra l’imperatore Carlo V e papa Clemente VII nel 1530 e nel 1533. La fama di Gerolamo come ritrattista fu probabilmente il motivo per cui il nuovo duca Ercole II richiamò l’artista in patria dopo il 1534.

Altro esempio della produzione dell’artista il frammento di affresco della Fondazione Estense raffigurante San Giorgio, parte del fregio staccato dal refettorio del convento olivetano di San Giorgio eseguito in collaborazione con la bottega del Garofalo attorno al 1537 (esposto in sala 5) è una rara testimonianza dell’intensa attività di decoratore compiuta dall’artista dopo il suo ritorno a Ferrara.

Infine un altro dipinto appartenente alla Fondazione Estense, i Tre apostoli, parte di una serie dedicata alla Pentecoste, a conferma della propensione di Girolamo a partecipare a cicli decorativi condotti in collaborazione con altri maestri e che mostra come l’artista ferrarese negli anni del ritorno in patria guardi principalmente all’opera di Giulio Romano a Mantova.

Biografia

Girolamo Sellari detto Girolamo da Carpi (Ferrara 1501 – 1556) fu il maggiore artista attivo in città durante il ducato di Ercole II d’Este (1534-1559). Cominciò a frequentare la corte da ragazzo seguendo il padre Tommaso, pittore decoratore e scenografo, avendo così modo di ammirare le opere di Dosso Dossi e Tiziano nelle collezioni estensi. Secondo Giorgio Vasari fu allievo di Garofalo, prima di lasciare Ferrara attorno al 1525 per sottrarsi ai “lavori meccanici” cui lo costringeva il padre e compiere un primo viaggio “di studio” a Roma. Trasferitosi a Bologna, ebbe modo di vedere le opere là eseguite da Parmigianino fra il 1527 e il 1530 e i fastosi apparati che fecero da cornice agli incontri fra l’imperatore Carlo V e papa Clemente VII nel 1530 e nel 1533. A Bologna l’artista ferrarese acquistò inoltre fama di capace ritrattista che probabilmente fu all’origine del suo ritorno nella città natale al servizio del nuovo duca Ercole II nel 1534. Se si eccettua il periodo trascorso a Roma alle dipendenze del cardinale Ippolito II d’Este e di papa Giulio III (1550-53), Girolamo lavorò per la corte ferrarese fino alla morte collaborando con i fratelli Dossi e con Garofalo nella decorazione delle residenze ducali. Attivo anche come architetto, gli fu affidato il restauro e il rinnovamento del Castello Estense dopo l’incendio del 1554.

Tutte le info: Pinacoteca Nazionale - Gallerie Estensi (beniculturali.it)

 

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