mercoledì,  2 marzo 2022

“Cròstel”: il dialetto si fa musica

In una raccolta di brani prodotta con il sostegno della Regione Emilia-Romagna i musicisti Leonardo e Riccardo Sgavetti cantano in reggiano la poesia della provincia

Cròstel - Leonardo e Riccardo Sgavetti (Esagono Dischi)“Cròstel” è il nome con cui da sempre, in dialetto, i reggiani chiamano il Crostolo, torrente che taglia idealmente in due il territorio della loro provincia. E “Cròstel” è anche il titolo scelto dai musicisti Leonardo e Riccardo Sgavetti per la loro nuova raccolta di canzoni, perché il fiume, spiegano, “scendendo a valle raccoglie storie, incontra personaggi, attraversa città, paesi, ruderi e, con il suo bagaglio culturale, piano piano sfocia in Po”.
Il “concept album” è il frutto di uno dei nove progetti che hanno beneficiato del contributo della Regione Emilia-Romagna nel Piano 2021 della Legge regionale 16/2014 per la “Salvaguardia e valorizzazione dei dialetti”.

L’idea, supportata dall’associazione culturale “Cinqueminuti” di Reggio Emilia, è nata dalla volontà di mettere da parte la visione nostalgica del dialetto e delle tradizioni che racchiude, per farlo respirare nel presente grazie alle sonorità polistrumentistiche del duo Sgavetti. Leonardo, alle tastiere (pianoforte, organo e fisarmonica), fa parte dei Modena City Ramblers e partecipa da anni alle loro tournée tra Italia ed Europa. Riccardo, alla voce e agli strumenti a corda, si è esibito con diverse formazioni nei più importanti festival progressive da una parte all’altra dell’Atlantico.

Cròstel - Leonardo e Riccardo Sgavetti (Esagono Dischi)“Il dialetto” - dicono - “è una lingua molto bella in cui comporre, perché non si è legati alla rima, ai finali con le vocali che sono una caratteristica dell’italiano. Lascia più libertà espressiva: è fatto di modi di dire, di filastrocche, ma anche di parole che possono essere inventate al momento, e questo lo rende molto evocativo”.
Come accade in “Fumana”, uno dei brani della raccolta: “E’m lév a la matèina ver la fnèstra / E tir una bochèda d’aria zleda / La fumana la confond i cuntòren dal paèis / Ma la memoria l’am dis ch’a sun a cà” (“Mi alzo la mattina, apro la finestra / E tiro una boccata di aria gelata / La nebbia confonde i contorni del paese / Ma la memoria mi dice che sono a casa”).

Per aumentare ulteriormente questa forza evocativa i due musicisti hanno coinvolto nella scrittura dei testi Mauro Bertozzi, attore e regista della compagnia “TeatroChe”, e si sono avvalsi della qualità di registrazione garantita dallo studio Esagono di Rubiera (produttore artistico: Stefano Riccò; engineer: Francesco De Nisco e Stefano Riccò).

Tutti i brani di Cròstel, insieme ai testi (nella versione originale in dialetto, e nella traduzione in italiano e in inglese), si possono ascoltare e scaricare liberamente online. Video, foto e interviste ai protagonisti del progetto sono nella pagina facebook dedicata.


> “Cròstel
> La legge 16/2014 della Regione Emilia-Romagna per la salvaguardia e la valorizzazione dei dialetti

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