Archivi Storici: gli inventari dell'UDI e del Teatro Due per ricordare Lidia Menapace e Gigi Dall’Aglio
Nei primi giorni di dicembre sono venuti meno due personaggi che, seppur in forme molto diverse, hanno segnato e contribuito alla vita sociale, politica e culturale nazionale e non solo degli ultimi decenni, la senatrice Lidia Menapace, giovanissima partigiana e pacifista, intellettuale, cofondatrice del Manifesto, punto di riferimento per intere generazioni del movimento femminista, e Gigi Dall’Aglio, attore, regista, drammaturgo, insegnante di teatro e conduttore di stage in varie scuole d’arte drammatica, direttore della Fondazione Teatro Due di Parma.
IBC intende rendere loro omaggio offrendo all’attenzione del pubblico gli inventari degli archivi di istituzioni di cui sono stati a lungo protagonisti, strumenti oggi consultabili sul web nel sistema informativo regionale IBC Archivi.
In particolare, per Lidia Menapace, proponiamo gli inventari dell’Archivio storico dell'Unione donne in Italia dell'Emilia Romagna - Comitato regionale (1957 – 1990) e dell’Archivio storico dell'Unione donne in Italia di Ferrara (1944 – 2010) pubblicati recentissimamente, proprio negli stessi giorni della sua scomparsa.
Menapace fu dell’UDI responsabile nazionale negli anni ’80 e in tale veste condusse due congressi nazionali, contribuendo fortemente al rinnovamento dell’associazione, alla cui vita e attività rimase costantemente legata. Nelle carte dell’UDI ferrarese, tra gli altri, troviamo testimonianza dell’attività del gruppo “Scienza della vita quotidiana”, che prende il nome dalla teoria frutto dell’originale elaborazione politica da lei condotta e raccolta nei primi anni ’90 nel libro “Economia politica della differenza sessuale”, in cui avvierà la proposta teorica intorno all’economia della riproduzione -declinata nelle specificità biologica, domestica e sociale- misconosciuta nel suo valore dalla società patriarcale.
Questi due inventari, frutto della revisione ed aggiornamento di precedenti strumenti di ricerca, sono il primo risultato di un più ampio progetto di valorizzazione della Rete regionale Archivi UDI Emilia-Romagna, convenzionata da anni con l’Istituto per i beni artistici culturali e naturali, che si propone il sistematico riordino e descrizione del patrimonio documentario storico di tutti i gruppi UDI regionali.
Per Gigi Dall’Aglio segnaliamo l’inventario dell’Archivio storico della Fondazione Teatro Due di Parma, conservato presso la Fondazione Teatro Due, la cui documentazione copre un arco cronologico che va dal 1954, anno in cui si costituisce il Centro universitario teatrale (CUT) di Parma, al 2000, anno in cui la Cooperativa Teatro Stabile di Parma diventa una Fondazione. Si tratta di un fondo archivistico di grande interesse, non solo a livello locale, ma anche e soprattutto a livello nazionale ed europeo, per la sua ricca e complessa stratificazione documentaria e per il periodo storico a cui fa riferimento, sia dal punto di vista strettamente teatrale e culturale sia da quello sociale e politico. Emerge, come una delle principali caratteristiche del Teatro Due, quella di essere sempre stato un teatro di produzione, in tutte le trasformazioni che l'originario gruppo teatrale subì dal 1954 in poi.
L’archivio, riordinato e inventariato alcuni anni fa con un intervento diretto di IBC, conserva tra gli altri, i materiali relativi alla progettazione, realizzazione e rassegna stampa delle produzioni teatrali della Compagnia del Collettivo (embrione del futuro Teatro Due) di cui Dall’Aglio fu socio fondatore, e il fondo del Festival internazionale del teatro universitario di Parma (FITU), di cui fu per molti anni direttore o organizzatore delle manifestazioni culturali collaterali.
Inoltre, per chi volesse approfondire e ripercorrere l’esperienza del FITU negli anni ’50 e ’60, rimandiamo agli elaborati prodotti dagli studenti del Corso di laurea magistrale in Storia e Critica delle Arti e dello Spettacolo nell’a.a. 2019/2020, sulla base di un’attività di schedatura e di analisi della rassegna stampa del Festival conservata nell’Archivio storico del Teatro Regio di Parma, e presentati, a cura della Casa della musica, per la prima volta in occasione della 19.a edizione di Quante storie nella Storia.