Legge regionale 16/2014
La Regione Emilia-Romagna - in linea con il proprio Statuto, in cui si prevede il riconoscimento e lo sviluppo delle identità culturali e delle tradizioni storiche delle comunità residenti nel territorio - con la Legge regionale numero 16 del 18 luglio 2014 salvaguarda e valorizza i dialetti “nelle loro espressioni orali e letterarie, popolari e colte”, considerate “parte integrante del patrimonio storico, civile e culturale regionale”.
Avvalendosi del Settore Patrimonio culturale, la Regione si adopera affinché questo patrimonio “resti fruibile alle future generazioni attraverso la trasmissione delle sue diverse forme e manifestazioni” e per raggiungere questo obiettivo
> promuove studi e ricerche sui dialetti locali e organizza seminari, convegni e corsi di aggiornamento, anche in collaborazione con università, centri di ricerca, associazioni culturali ed esperti del settore;
> costituisce di un fondo bibliografico specialistico e un archivio documentale, anche sonoro, liberamente consultabili on line;
> sostiene la realizzazione di progetti e sussidi didattici nelle scuole per la diffusione della cultura legata ai dialetti dell’Emilia-Romagna fra le nuove generazioni, privilegiando in particolare gli incontri fra giovani e anziani nell’ottica dello scambio intergenerazionale;
> promuove e sostiene manifestazioni, spettacoli, produzioni artistiche, editoriali e multimediali mirate a valorizzare i dialetti dell’Emilia-Romagna e le realtà culturali a essi legate.
“I dialetti non sono un bene archeologico che occorre scoprire, né sono un dato immutabile. I dialetti sono vivi e si evolvono gradualmente. Si può affermare che essi riflettono il modo in cui una nuova civiltà della comunicazione di massa interagisce con la cultura popolare”. Così scriveva Ermanno Vichi nell’editoriale Dal dialetto una “identità” in movimento, che nel 1996 introduceva il dossier della rivista “IBC informazioni” sulla prima legge dedicata alla tutela e alla valorizzazione dei dialetti dell’Emilia-Romagna: la Legge regionale 45/1994.
A trent’anni dalla promulgazione di quella legge, un sintetico bilancio delle attività programmate racconta che, pur nella discontinuità dei finanziamenti, sono stati raggiunti importanti risultati per quanto concerne la produzione di pubblicazioni cartacee e multimediali, di ricerche sul lessico e sulla toponomastica, di spettacoli musicali e teatrali, e l’organizzazione di concorsi per testi letterari e per tesi di laurea. Risultati tali da creare un effetto volano per i numerosi enti locali e le tante associazioni che negli anni hanno dimostrato un rinnovato interesse per il vernacolo.