Grano contro l’inverno

Il completamento della catalogazione dei fondi librari storici nella Biblioteca comunale “Giuseppe Pederiali” di Finale Emilia

“Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire”: le parole scritte da Marguerite Yourcenar nelle “Memorie di Adriano” danno ogni giorno il benvenuto a chi visita il sito web della Biblioteca comunale di Finale Emilia, ma le stesse parole possono anche alludere alle particolari vicende che, più di un secolo fa, portarono alla nascita di questo luogo della cultura.

Archivio storico comunale di Finale Emilia - Carteggio amministrativo, 1910; Cat. IX, classe 8È la fine di agosto del 1909, quando il sindaco di Finale riceve una lettera vergata a mano da Ciro Castelfranchi, Oberdan Gigli e Carlo Grossi. Sono tre insegnanti della Scuola tecnica istituita in città pochi anni dopo la proclamazione del Regno d’Italia, per mettere un argine all’analfabetismo che dilaga. Il trio si è messo in testa di “promuovere la fondazione di una Biblioteca Popolare Circolante” e per farlo si è già rivolto “alla cittadinanza e agli enti locali sollecitando offerte in libri e in denaro”, ma ora, con tono garbato e tuttavia deciso, interpella il Comune “perché voglia concorrere con un assegno e possibilmente provvedere un locale per la custodia dei libri”.

E il Comune risponde. Nel gennaio del 1910 il nuovo “granaio dello spirito” viene aperto al pubblico e, tempo sei mesi, la Giunta stanzia 250 lire a favore della “Biblioteca Popolare”. Manca solo il termine “Circolante”, perché di fatto la sede viene stabilita in un locale del Municipio e i libri (come oggi è normale) sono “distribuiti in lettura a domicilio”.
A meno di un anno dalla loro prima lettera, i tre insegnanti fanno quindi sapere al sindaco, non senza orgoglio, che “nei primi cinque mesi d’apertura sono stati in circolazione tremila volumi”. Uno di loro, Ciro Castelfranchi, si è assunto fin dall’inizio il ruolo di bibliotecario volontario, mettendo a disposizione il tempo libero dal suo lavoro.

Biblioteca comunale “Giuseppe Pederiali”, Finale Emilia (Modena)Oggi, grazie a un intervento diretto finanziato dalla Legge regionale 18/2000 e promosso dal Settore Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna, nella Biblioteca comunale di Finale Emilia, che nel frattempo è stata intitolata allo scrittore Giuseppe Pederiali, è in corso di completamento la catalogazione dei fondi storici.
Si tratta del fondo “Antico” (circa 600 volumi, pubblicati dal 1601 al 1830), e di quello “Moderno”, che tra i suoi circa 5.000 volumi comprende anche quanto resta del patrimonio su cui si fondava la “Biblioteca Popolare” degli inizi. Sono circa 300 libri, quasi esclusivamente romanzi e racconti in edizione economica, tutti molto “vissuti”: essendo passati di mano in mano così tante volte, hanno perduto la rilegatura originale ed è stato necessario ripristinare le copertine. 
Una parte dei libri del fondo “Antico” catalogati è consultabile in “BiblioMo”, il catalogo online del Polo bibliotecario modenese: sono i libri con data di pubblicazione fino al 1830 e i libri pubblicati dal 1831 in avanti.

Attraverso l’esame dei timbri e delle segnature presenti sui volumi, e mediante il riscontro sui registri inventariali, l’intervento permette tra l’altro di ricostruire con certezza l’entità di questo nucleo primigenio. È anche un modo per onorare la memoria di chi ha dedicato la vita perché questo “grano” nutrisse quante più persone possibile. Ciro Castelfranchi lo ha fatto per quasi trent’anni, smettendo solo nel 1938, quando le leggi razziste imposte dal regime fascista lo obbligarono a dimettersi da bibliotecario. L’inverno dello spirito stava per culminare nella tragedia della guerra, ma, grazie a lui, il granaio è arrivato fino a noi.

[Per le informazioni storiche messe a disposizione un ringraziamento particolare ad Antonietta Furini, responsabile della Biblioteca comunale “Giuseppe Pederiali” di Finale Emilia]


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