Busseto (PR) I L' aquila imperiale e il bosso

In restauro il Diploma di Carlo V che eleva il feudo a città

Il senso di Busseto per i riti di passaggio. Tra i progetti sostenuti dalla Regione Emilia-Romagna Servizio Patrimonio Culturale con i Piani 2020 (L.R. 18/2000), va annoverato anche quello del Comune di Busseto impegnato nel pieno recupero di un privilegio che si erge a crinale della storia locale assumendone tutta la carica simbolica.

Si tratta del diploma imperiale con il quale Carlo V d’Asburgo concede a Busseto il titolo di città insieme alle insegne con la pianta di bosso e l’aquila imperiale. Erano passati tre anni da quando il pontefice Clemente VII aveva incoronato Carlo V imperatore del Sacro Romano Impero a Bologna, in San Petronio, nella magnificenza di apparati che dovevano impressionare il corteo imperiale per distrarlo dall’indisponibilità di Roma che dal Sacco del 1527 non si era ancora riavuta. Erano passati tre anni quando Carlo V decide di far visita a Girolamo Pallavicino, discendente di una genealogia che dal X secolo signoreggiava sul feudo, per ripagarlo della fedeltà all’aquila imperiale.

Con il diploma, promulgato in Alessandria nel 1533, Carlo V concede a Busseto il titolo di città – e di capitale dello Stato Pallavicino per i secoli a venire – con il sistema giuridico della cittadinanza regolato da diritti e doveri. Il privilegio eleva il castello, inteso come spazio fisico delimitato da mura e individuabile per le sue specificità, a città, vale a dire a un insieme di relazioni che attuano la ‘comunità vivente’.

L’assegnazione del privilegio sostanzia la comunità nella sua forma più inclusiva che si riconosce nella compresenza di almeno tre fattori, vale a dire una comunità, un insieme di leggi che ne disciplini la convivenza, e uno spazio da pianificare con criteri concordati. L’emancipazione a città determinò il passaggio giuridico a un sistema complesso e, come ogni rito di passaggio, fu accompagnato da una narrativa a doppio registro. L’evento fu fissato nell’adagio non scritto “Venne Carlo e nacque Busseto”. La sua vulgata, di segno irriverente e guascone nella sprezzatura di registro basso, suona invece “Carlo Quinto fece un peto e creò Città Busseto”.

Il diploma è in lingua latina su pergamena ed è accompagnato da un sigillo in ceralacca rossa su cui è impressa l’aquila bicipite entro cornice lignea. Il recupero era ormai improcrastinabile per lo stato di degrado in cui versava il documento a causa delle deformazioni sopraggiunte: pieghe, arricciature, mediazioni grafiche saltate e sbiadite, macchie di varia natura, buchi da piegatura, buchi da cordone per sigillo, interventi di precedenti restauri, presenza di buchi laterali da rigatura, strappi suturati.

L’intervento di restauro, in corso di affidamento a un laboratorio specializzato, ha l’obiettivo di ricomporre le condizioni conservative così da arrestare il processo di degrado a cui sono soggetti i materiali pergamenacei, esposti all’aggressività degli inchiostri, all’accumulo di polveri e sporcizia, oltre che agli effetti meccanici di assetti posturali non sempre convenienti.

Il diploma, restituito alle migliori condizioni, sarà poi al centro di un percorso di valorizzazione per garantire l’accesso alla fruizione di un documento dall’alto valore fondativo intorno agli aspetti identitari.

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ultima modifica 2024-02-22T17:52:33+02:00
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