Ferrara I La Gipsoteca di Arrigo Minerbi in restauro

Un primo nucleo di sculture in gesso di un intero patrimonio da recuperare e da esporre

Tra i fondi che costituiscono il patrimonio delle Gallerie d’arte moderna e contemporanea del Comune di Ferrara compaiono anche le 199 sculture dell’artista ferrarese Arrigo Minerbi (1881-1960). Artista prediletto da Gabriele d’Annunzio, Minerbi è stato uno degli interpreti della temperie artistica della prima metà del Novecento, tra eleganza lineare di gusto liberty e linguaggio classicista. Dopo la formazione, tra Ferrara, Firenze e Genova, nel 1919 Minerbi si stabilisce a Milano dove il suo stile, inizialmente influenzato dal simbolismo di Bistolfi, matura in un linguaggio purista nutrito dell’esempio di Wildt e della plastica rinascimentale. Negli anni Venti si afferma come interprete della scultura monumentale, mentre a partire dagli anni Trenta ottiene una serie di prestigiosi incarichi come il busto di Eleonora Duse per il Teatro Manzoni di Milano, l’Ultima Cena della Cattedrale di Oslo e le porte bronzee del Duomo di Milano che gli sanciscono una reputazione internazionale.

Il vasto corpus ferrarese testimonia l’intero arco dell’attività di Minerbi, dalla produzione giovanile alle opere della tarda maturità. È l’artista stesso a donare nel 1953 alla città natale un primo nucleo di 28 sculture in marmo, pietra, bronzo, cera e gesso e nel 2003, un’ulteriore donazione, ha arricchito il museo di un insieme di 171 pezzi proveniente dalla gipsoteca dell’artista. Questo prezioso patrimonio offre una capillare campionatura delle commissioni affidate all’artista, come la versione in gesso del rilievo della Maternità realizzato per l’Istituto Mangiagalli a Milano e quella del monumento funebre della famiglia Balsamo nel Cimitero monumentale sempre a Milano, il bozzetto per la porta del Duomo di Rapallo, particolari del gruppo scultoreo dell’Ultima cena poi tradotto in argento per la Cattedrale di Oslo, e poi versioni in gesso di ritratti e pannelli decorativi per influenti famiglie ambrosiane, oltre a studi di nudo, lastre tombali e maschere funerarie realizzati lungo l’arco della sua carriera.

La rilevanza della gipsoteca minerbiana ha portato il Comune di Ferrara a inserirla fra le proprie priorità, candidando un programma di interventi tra catalogazione, restauro e valorizzazione da promuovere in partenariato e attuare in sequenza operativa a lotti con il Settore Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna. Nel 2019, l’intero fondo è stato catalogato grazie all’intervento diretto della Regione nel quadro degli stanziamenti previsti dalla L.R.18/2000: lo studio e la schedatura condotti da Lorenza Roversi e pubblicati sul portale PatER hanno permesso sia la lettura tecnico-stilistica e iconografica, sia la ricomposizione virtuale dei frammenti scultorei, operazioni fondamentali e preliminari a ogni intervento di tutela e di valorizzazione.

Sempre in collaborazione e con il supporto regionale, è stato dato avvio a un programma pluriennale di azioni conservative per restituire piena leggibilità alle sculture in gesso di Minerbi, che prevede interventi mirati di restauro, consolidamento, integrazioni, stuccature e una estesa campagna di pulitura.

Nell’ambito del Piano di intervento 2021 sempre della L.R. 18/2000, il Settore patrimonio culturale ha ammesso a contributo regionale il restauro di tre rilevanti pezzi della collezione che il Comune di Ferrara ha affidato alle cure della restauratrice specializzata Veronica Villa. Il progetto si è concentrato su una selezione di gessi particolarmente rappresentativi della storia artistica di Minerbi e con significative urgenze conservative a partire dal modello originale in gesso dell’Angelo annunciante per l’Edicola Ginocchi nel Cimitero Monumentale di Milano interessato da estese lacune ancora con i chiodini per il trasferimento in marmo: il prezioso gesso è stato consolidato, reintegrato e restituito all’originale pigmentazione. Analogamente, accurate operazioni di pulitura e di consolidamento hanno interessato altre due sculture: il calco in gesso del busto della Vergine annunciata, sempre dall’Edicola Ginocchi, e quello del ritratto marmoreo di Paola Ucelli, che con la sua vivace immediatezza segna uno dei più alti esiti della ritrattistica minerbiana.

Per il proseguimento di un esteso piano di interventi conservativi che proceda per nuclei scultorei, il Comune di Ferrara intende rafforzare la collaborazione operativa con il sostegno della Regione Emilia-Romagna. Non solo è prioritario mettere in sicurezza, nella sua complessità, la preziosa gipsoteca minerbiana delle collezioni civiche, restituendole piena leggibilità, ma è anche fondamentale, in una prospettiva non lontana, la sua riconsegna alla comunità e alla fruizione pubblica assieme alle altre opere dell’artista. Il complesso museale di Palazzo Massari, sede delle GAMC (Museo dell’Ottocento, Museo Giovanni Boldini, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea “Filippo de Pisis”, Museo Michelangelo Antonioni) dove andranno esposte le sculture in gesso di Minerbi, è infatti attualmente interessato da un progetto di riqualificazione a seguito del sisma del 2012.

Parallelamente agli interventi di recupero conservativo delle sculture in gesso di Minerbi e proprio in vista della riapertura del sistema museale GAMC, l’impegno condiviso fra Amministrazione titolare e la Regione è costruire un altro “sistema”, vale a dire un insieme di iniziative di conoscenza, comunicazione e valorizzazione delle “nuove” presenze artistiche cittadine che potranno riannodare frammenti di un racconto sulla storia artistica di Ferrara e sui suoi protagonisti, interpreti a vario titolo della scena nazionale e internazionale.

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ultima modifica 2024-02-22T17:45:41+02:00
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