In memoria di Angelo Andreotti

Nella serata del 2 maggio ci ha lasciati Angelo Andreotti (1960), dirigente del Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara e direttore della Biblioteca Ariostea

Angelo Andreotti (1960), dirigente del Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara e direttore della Biblioteca Ariostea, ci ha lasciati. Aveva sostituito nel 2018 Enrico Spinelli, che in quell’anno era andato in pensione dopo tanti anni di onorato servizio. Prima di allora, dal 2014, Andreotti aveva diretto i Musei d’Arte antica e Storico scientifici del Comune, al culmine di una lunga carriera nel settore artistico e museale iniziata prima come schedatore e poi come curatore di mostre e musei delle Gallerie d’Arte moderna e contemporanea e responsabile del Museo del Risorgimento e di altri musei ferraresi. Nel 2008 aveva partecipato al Gruppo di lavoro per il riconoscimento dei musei regionali, in base agli standard e obiettivi di qualità, istituito dall’IBACN della Regione Emilia-Romagna. Ha saputo interpretare il suo nuovo ruolo nel settore delle biblioteche con umiltà, dedizione e stile, mettendo a frutto la sua cultura, la sua esperienza nella gestione dei servizi culturali e il suo essere a tutto tondo un professionista del patrimonio culturale, che lo rendevano estraneo all’arroganza e alla supponenza come peraltro suggeriva la mitezza che traspariva dai suoi occhi.

Laureato in Filosofia all’Università di Bologna, Angelo era un fine intellettuale. Si è sempre occupato di linguaggi artistici e dal 1985 ha iniziato a pubblicare saggi su arti visive e letteratura, fra i quali Il silenzio non è detto. Frammenti da una poetica (Mimesis, 2014), Il nascosto dell’opera: frammenti sull’eticità dell’arte (Italic, 2018) o la raccolta di racconti Il guardante e il guardato (Book Salad, 2015). Sul finire degli Anni Novanta si è dedicato alla scrittura creativa e alla poesia pubblicando, oltre che su riviste e antologie e su web, anche diversi libri. Fra i più recenti vanno ricordati Parole come dita (Mobydick, 2011), Dell’ombra la luce (L’arcolaio, 2014), A tempo e luogo (Manni, 2016), L’attenzione (puntoacapo, 2019).

La scomparsa di Angelo rappresenta una gravissima perdita per la comunità dei professionisti del patrimonio culturale della nostra regione, e non solo. A mente più fredda rifletteremo su ciò che ci ha lasciato e su ciò che ci manca. Intanto ci piace ricordarlo con alcuni suoi versi: “noi continuiamo a essere dove siamo già stati/e già siamo là dove andremo, poiché viviamo/anche la vita che avremo potuto vivere”.

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ultima modifica 2023-05-04T17:22:20+02:00
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