Celebrazioni Dantesche: alle Scuderie del Quirinale un'opera della Regione per la mostra "Inferno"

Un prestito d'eccezione per l'esposizione in corso a Roma fino al 9 gennaio 2022

Tra le opere presenti nella Mostra che si è inaugurata il 15 ottobre alle Scuderie del Quirinale a Roma, “Inferno. Una topografia del Male”, di Jean Clair, rientra anche una della Regione Emilia-Romagna, conservata a Bologna, presso Palazzo Legnani Pizzardi, ora sede di Palazzo di Giustizia. Si tratta di un dipinto a soggetto dantesco, Dante che parte per l’esilio, che il pittore bolognese Andrea Besteghi consegna al marchese Luigi Pizzardi nel 1865 in occasione delle Celebrazioni del VI Centenario dalla nascita del Poeta.

Il prestito rientra tra le molte attività di valorizzazione realizzate sotto l’impulso dell’assessore regionale alla Cultura e Paesaggio, Mauro Felicori, per promuovere la straordinaria ricchezza del patrimonio diffuso sul territorio a cui si aggiungono le meno conosciute collezioni della Regione. La possibilità di ascrivere la tela all’elenco delle opere selezionate da Jean Clair si deve invece al programma editoriale digitale dedicato alla storia e alla memoria di Bologna, con i contributi a firma di Claudia Collina, per il Servizio Patrimonio culturale regionale responsabile della Valorizzazione e specialista della materia.
Il dipinto, esposto in mostra in Sala III, rientra nell’unità dedicata alla ricostruzione della tormentata vicenda biografica di Dante a partire dalla sentenza che prepara l’esilio ponendo anche, con la nuova identità di rifugiato politico, le premesse alla stesura del Poema.

L'esposizione si compone di oltre 200 opere, provenienti da oltre 80 tra i più importanti musei, raccolte pubbliche e collezioni private, a documentazione di un arco temporale che va dal Medioevo ai giorni nostri appoggiandosi alle testimonianze di Beato Angelico, Botticelli, Bosch, Bruegel, Goya, Manet, Delacroix, Rodin, Cézanne, von Stuck, Balla, Dix, fino ai contemporanei Richter, Taslitzky e Kiefer.

La mostra è una discesa agli Inferi per esplorare la rappresentazione dei dannati nelle multiformi espressioni del Male per come questo si è manifestato nella Storia fino a interpellare la Modernità con la follia, l’alienazione, la guerra e lo sterminio, da cui si esce solo con la speranza affidata al verso conclusivo della cantica, “e quindi uscimmo a riveder le stelle”.

La tela in prestito porta la data del primo evento celebrativo promosso sotto l’egida dello Stato unitario - il VI Centenario dalla nascita - e rientra in un ambizioso programma iconografico voluto e commissionato da Luigi Pizzardi, primo sindaco della città liberata dall’amministrazione pontificia e poi austriaca, per dotare la propria residenza di un salone d’onore denominato del Risorgimento - oggi sede della presidenza del tribunale di Bologna - che glorificasse la ritrovata sovranità nazionale.

Il programma prendeva avvio nel 1861 e si concludeva nel 1871 con la realizzazione dei ritratti di Dante, Michelangelo, Colombo e Galileo, seguiti da Pier Capponi che lacera i piatti imposti da Carlo VIII, Vittorio Emanuele II, Vittorio Emanuele II e le annessioni, Napoleone III, Carlo Alberto a Oporto, a cui si aggiungevano Cavour e Minghetti, uniche eccezioni ai ranghi reali. Al centro del pavimento venivano poste le insegne sabaude e, alle pareti, la teoria dei padri della patria in una scansione che procede dagli Uomini Illustri del passato agli artefici politici dell’Unità, in ideale continuità con gli uomini di cultura e di scienza. Per realizzare l’impresa decorativa, Pizzardi optava per pittori di chiara fama della rinnovata Regia Accademia centrale delle Belle Arti dell'Emilia: Carlo Arienti, Alessandro Guardassoni, Giulio Cesare Ferrari, Andrea Besteghi, Gaetano Belvederi, Luigi Busi, Antonio Muzzi e il toscano Antonio Puccinelli.

Nel dipinto la figura di Dante viene rappresentata nel momento in cui si appresta a intraprendere la via dell’esilio, lasciando alle spalle Firenze per trovare rifugio prima a Forlì, nei due lunghi soggiorni fra il 1302 e il 1308, e poi a Ravenna dove si stabilì a partire dal 1319 fino alla morte. Il crinale regionale richiama il passaggio biografico del Poeta e sancisce, sul piano simbolico, la continuità tra la patria nazionale e la nuova patria locale, ove egli finiva di scrivere la Divina commedia; e l’iconografia di Dante è emblematica negli attributi del manto rosso e la corona laurea che lo presentano come un santo laico. Dal punto di vista stilistico, il dipinto di Besteghi protrae la linea classicista neoseicentesca in piena sintonia con le ricerche accademiche pompier dei coevi francesi.

Il prestito, accolto con favore dalla Regione e gestito in condivisione fra Servizio Approvvigionamenti, Patrimonio, Logistica e Sicurezza, e Servizio Patrimonio culturale, è stata una felice occasione di collaborazione interistituzionale con il Palazzo di Giustizia per la valorizzazione di un’opera di cui si condividono cura e conservazione. L’importanza della Mostra, a cui si aggiunge il prestigio della sede espositiva della Presidenza della Repubblica, è un valore aggiunto alla fortuna dell’opera, e dell’autore, a cui contribuisce il catalogo di importante scientificità storico-critica.

La Regione Emilia-Romagna è in prima linea nel promuovere il dialogo interistituzionale per manifestazioni a carattere internazionale e a forte valenza comunitaria come in questo caso in cui si concorre a un programma culturale che rinsalda la storica alleanza diplomatica fra Italia e Francia nel nome di Dante, poeta universalissimo e “patrimonio dell’Umanità”.

L'opera:
Andrea Besteghi
Bologna, 1817-1869
Dante che parte per l’esilio, 1865
olio su tela, cm 255 x 170
Bologna, Palazzo Legnani Pizzardi

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ultima modifica 2021-12-07T18:20:16+01:00
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