L'IBC per gli archivi d'impresa: la ricognizione dell'archivio storico delle Officine Reggiane
Fondate nel 1901, le Officine Meccaniche Italiane Reggiane sono state specializzate, fino alla Seconda guerra mondiale, nella produzione ferroviaria, bellica e aeronautica: all’apice del loro sviluppo (nel 1941) impiegavano oltre 11.000 dipendenti, occupando un’area di 600.000 mq immediatamente a nord della città. Alla fine di luglio 2009 la proprietà è passata dal gruppo Fantuzzi alla ditta americana Terex.
Il Comune di Reggio Emilia, cui l'ultimo proprietario dell’azienda ha donato l’archivio storico delle Officine Reggiane, ha intrapreso fin dal 2009 un progetto di salvaguardia e valorizzazione di questo ingente patrimonio documentario, che rappresenta uno dei più notevoli archivi d’impresa a livello nazionale, sia per la quantità e qualità della documentazione che per la rilevanza della realtà industriale rappresentata dalle Reggiane.
La Soprintendenza per i beni librari e documentari dell’IBC è stata coinvolta dal Comune di Reggio Emilia nella primissima fase di questo progetto e nel luglio del 2009 ha effettuato a più riprese, tramite il proprio personale specializzato, una ricognizione documentale e fotografica dell’archivio storico che si trovava ancora collocato presso l’azienda. I primi esiti di questa esperienza sono descritti nell’articolo “Carte d’impresa” a cura a cura di Mirella Maria Plazzi e Francesca Ricci (IBC XVIII, 2009, 4).
A conclusione dell’intervento di ricognizione è stato redatto un documento “Ricognizione topografica dell’archivio Reggiane OMI (1922-1994)”, a cura di IBC –Soprintendenza per i beni librari e documentari, B.Argelli, M.M. Plazzi, F. Ricci, che, unitamente alla documentazione fotografica (alcune centinaia di scatti), è stato consegnato al Comune di Reggio Emilia e alla Soprintendenza archivistica per l’Emilia Romagna per il prosieguo delle operazioni di recupero del fondo.
A seguito di diverse vicissitudini ciò che resta dell’archivio delle Officine Reggiane è stato depositato tra il 2011 e il 2012 presso il Polo Archivistico di Reggio Emilia, dove è tuttora conservato, in parte inventariato e consultabile.